Lo scapin valsesiano vanta un’antica tradizione: compare infatti sulle nostre montagne con i primi insediamenti walser nel 1200, popolazione di origine germanica che si stabilì nelle più impervie regioni alpine attorno al massiccio del Monte Rosa.
Lo scapin nasce dall’esigenza dei valligiani di avere una calzatura pratica e robusta, creata con quel poco che possedevano, come indumenti logori e canapa.
Fu l’unico tipo di “scarpa” ad essere indossata su sentieri ed alpeggi , con qualsiasi condizione climatica, per intere generazioni, inizialmente ad Alagna, Rima, Carcoforo, Rimella, Gressoney e Macugnaga, per poi diffondersi in tutta la Valsesia.
Oggi, calda calzatura, comoda e resistente, ancora lavorata come nel passato interamente a mano e con prodotti totalmente naturali, è presente in ogni casa valsesiana.
Certamente lo scapin è unico nel suo genere: grazie al tipo di realizzazione, la sua durata supera nettamente la media di molte altre pantofole.
Oggi inoltre lo scapin viene valorizzato dall’utilizzo di fibre nobili, quali cashmere, alpacha, velluti, e altri materiali ma sempre totalmente naturali per un motivo specifico: lasciar traspirare il piede e prevenire qualsiasi reazione allergica da fibre sintetiche e artificiali.
“Annette Scapin Valsesiano” insieme all’Unione Montana Valsesia, hanno registrato il marchio a livello nazionale, definendo un disciplinare di regole affinchè il prodotto venga tutelato e sia riconoscibile e mantenga il suo legame identitario con l’antica tradizione walser.